Downhill emozioni e adrenalina pura su due ruote
Bici e natura, forza e cuore a mille. Ci vuole esperienza, grande preparazione fisica, riflessi pronti e un mezzo all’altezza, ma il divertimento è assicurato
Dici Downhill e pensi subito all’adrenalina. Una folle discesa in mezzo alla natura caratterizzata da spettacolari acrobazie, salti e derapate in sella a una bici. Questa disciplina, definita oggi “sport estremo” nasce in America negli anni 70, grazie a un gruppo di ragazzi che riesce a recuperare alcune biciclette dismesse dalla posta californiana e decide di lanciarsi giù da una pista tagliafuoco sul monte Tamalpais.
Un pezzo di terra stretto e in forte pendenza tra gli alberi disseminato di buche, radici e sassi. Le bici, delle Schwinn pesantissime, single speed e con freno a pedale si dimostrano però molto resistenti alle sollecitazioni della folle gara dei quattro giovani. I mezzi necessitano però di qualche modifica per rendere ancora di più.
I primi pezzi che vengono montati al posto degli originali sono copertoni artigliati e manubrio più largo. Fatto. Le “klunkers”, così vengono soprannominate le bici usate per le discese, hanno subito un gran successo e poco dopo iniziano a diffondersi anche le prime gare. E il Downhill comincia a piacere tanto da spopolare prima in America e poi, verso gli anni ottanta, in tutto il mondo. Questa è la leggendaria nascita del Downhill.
Downhill: come cominciare
Per prima cosa oggi c’è bisogno della bici giusta, non basta chiedere in prestito per il weekend quella gialla del postino che vi porta le bollette. Le Hill Bike moderne hanno una grande escursione del carro e della forcella, che è sempre a doppia piastra, hanno un interasse in genere più lungo rispetto alle MTB, un angolo di sterzo molto ampio (tra i 63° e i 66°) per favorire lo smorzamento delle asperità e un telaio molto rigido per poter “volare” sui terreni accidentati.
Questo però porta a un sensibile aumento del peso. In ultimo, ma molto importante l’impianto frenante che deve essere potente e modulabile, a disco da almeno 200 mm.
Montando in bici per la prima volta bisogna prestare molta attenzione alle regolazioni: taratura delle sospensioni, pressione delle gomme, posizione delle leve al manubrio. Per questo può essere molto utile un amico esperto o ancora meglio un corso di bike setting e guida.
In bici, durante la discesa, si sta in piedi sui pedali, con le braccia larghe sul manubrio e le gambe flesse per assorbire al meglio gli ostacoli. Testa sempre alta e sguardo proteso in avanti per anticipare le mosse e vedere, non guardare, dove stiamo per mettere le ruote.
La bici bisogna guidarla, non farsi guidare dalla bici. Il nostro corpo deve essere in linea con il movimento centrale per avere un baricentro basso che permette di aumentare l’aderenza a terra, sempre ammortizzando con braccia e gambe. Attenzione, perché ora che si è trovata la velocità bisogna anche imparare a fermarsi.
Con la frenata bisogna prendere confidenza perché è una parte fondamentale della discesa. Si frena con un dito, di solito l’indice, tenendo sempre ben salda la manopola.
Di solito si tende a usare maggiormente il freno posteriore per derapare, ma in realtà il freno davanti va usato, e anche spesso, soprattutto sui lunghi tratti dritti o per le staccate più decise pompando e mollando, tipo ABS, per non surriscaldare pastiglie e dischi. La frenata durante la discesa deve essere graduale e suddivisa tra anteriore e posteriore a seconda della situazione. Un’altra parte importante della discesa sono le curve.
Qui possiamo trovare curve a sponda o piatte. Le prime sono le più intuitivo e semplici: possono essere affrontate in posizione classica, in piedi in linea col movimento centrale. Bisogna “pompare” verso il terreno a centro curva in modo da guadagnare velocità in uscita.
Quelle senza sponda sono più tecniche: bisogna abbassare il pedale esterno per evitare che quello interno vada a contatto col terreno, il busto va inclinato verso l’interno della curva e il gomito esterno si alza. Puntare sempre l’uscita della curva con lo sguardo per capire quando tornare in posizione “dritto” o spostare il peso dalla parte opposta per la controcurva.
Sembra tutto semplice, invece per riuscire seriamente in questo sport c’è bisogno di una grande preparazione fisica. Forza ed esplosività sono indispensabili, quindi un ottimo allenamento può essere il functional perfetto per aumentare la resistenza e la reattività, indispensabili per gli slalom tra gli alberi. Squat, pesi, trazioni e affondi per la forza e tanto stratching per le articolazioni. E nel weekend via a provare…
Going In – il documentario
Si chiama Going In ed è un bellissimo documentario sui talenti della Trek Factory Racing. “Nella vita di un atleta professionista ogni momento è importante, non basta presentarsi al via il giorno della gara”.
Qui scopriremo gli allenamenti, la loro vita e cosa vuol dire far parte di una squadra. Gioie e dolori, sconfitte e vittorie. Assolutamente da non perdere. In streaming gratuito su trekbikes.com