Benelli Leoncino Trail 500: Modern Scrambler PROVA
Abbiamo provato la versione 2021 della Benelli Leoncino Trail 500. La all terrain di Pesaro è bella, divertente e adatta a tutti. Una moto che fa girare la testa
Un weekend di sole, una moto e la voglia di scappare dopo un anno bloccati a casa. Destinazione mare, Liguria, circa 400 chilometri andata e ritorno. Per lavoro si intende, mica per divertimento… Dobbiamo provare la nuova Benelli Leoncino Trail 500. Si parte in tarda mattinata giusto in tempo per arrivare prima che il panettiere chiuda e prendere un bel pezzo di focaccia da gustare in riva al mare. Saliti in sella notiamo subito una certa altezza da terra, ma questa è la versione Trail, quindi è normale.
LA LINEA MODERN-RETRÒ DELLA LEONCINO È FILANTE E PROPORZIONATA. IL COLORE BORDEAUX LE DONA ELEGANZA, MENTRE IL TELAIO A TRALICCIO È TUTTO GRINTA
E in effetti è quasi 8 centimetri più alta della versione standard e noi brevilinei li sentiamo tutti quando mettiamo giù i piedi dalle pedane, ma si tocca l’importante è quello. Facciamo qualche chilometro di città, in mezzo al traffico del venerdì e la Leoncino si dimostra subito a suo agio. È facile, reattiva e grazie al manubrio largo stile motard è di una maneggevolezza disarmante.
La cosa sorprende considerato che non è un fuscello, il peso infatti, in ordine di marcia, supera di poco i 200 kg. Tra i semafori si usa spesso il cambio e si nota subito che le marce entrano facilmente, sfiorando appena la pedivella, solo tra la prima e la seconda bisogna essere un po’ più decisi, ma ci si prende presto la mano, o meglio… il piede.
Ci fermiamo a fare benzina e un vecchino si ferma a guardare la moto, si avvicina e dice: “Ah Benelli! Queste c’erano anche ai miei tempi. Benelli e Morini erano le moto di quelli tosti, la Lambretta invece era quella dei lavoratori. In tanti subito dopo la guerra vendevano i cavalli, compravano la Lambretta e la caricavano con le some per portare il raccolto. Chi aveva la Benelli invece ci andava al bar a fare il gagà…” Sarei stato ancora lì ad ascoltare altri aneddoti, ma la focaccia ci aspetta.
Entrati in autostrada proviamo a tirare un po’ le marce e il piccolo bicilindrico dimostra un buono spunto. Certo i cavalli sono solo 47, ma il tiro è piacevole. A velocità leggermente sostenuta l’aria si fa sentire a causa dell’assenza di un cupolino o un qualsiasi tipo di protezione, ma va bene così, su una moto con queste caratteristiche non avrebbe avuto senso, anche l’occhio vuole la sua parte!
IL MONO POSTERIORE FISSATO LATERALMENTE È REGOLABILE E LAVORA BENE SIA SU STRADA CHE SU STERRATO
Aggiungiamo che così evitiamo di superare i limiti e ci piazziamo ai 130 km/h (più o meno) come da codice della strada. La sella non è morbidissima, ma comunque comoda e ben sagomata e la triangolazione con manubrio e pedane è corretta. Si sta dritti, niente carico sui polsi e la schiena ringrazia. Ci buttiamo sulla Serravalle direzione Genova per provare qualche curva e la Leoncino conferma quella sensazione di maneggevolezza e stabilità che avevamo avuto in mezzo al traffico. Le Metzeller semitassellate hanno un’ottima tenuta anche nelle percorrenze più veloci.
Unico appunto, nelle curve un po’ più spinte la ruota anteriore da 19″ si fa sentire e bisogna spingere forte per farla scendere in piega, ma questa moto non è fatta per questo quindi è impossibile dire che sia un difetto. Ottimi i freni che, grazie alle pinze radiali mordono bene i dischi a margherita, in più diciamo anche che è presente l’ABS, una sicurezza in più. Usciti a Genova ci dirigiamo verso ponente via Aurelia per goderci finalmente la vista del mare.
Decidiamo di fermarci a Varazze dove, dopo la tanto sospirata “fügassa”, ci spostiamo al porto dove scattiamo qualche foto. Il tempo di girarci per tirare fuori l’attrezzatura ed ecco che la Leoncino fa di nuovo colpo. “Bella, che cilindrata è?” E la nostra Manuela sfodera tutta la sua conoscenza motociclistica oltre che il suo sorriso. “Ma la guida lei? No, io faccio il passeggero. Lo sapete che qui non potete stare? In darsena è vietato sostare. Ce l’avete il permesso? Altrimenti siete in contravvenzione”. Un altro bel sorriso e la promessa di fare in fretta e la nostra multa si riduce a un cazziatone della Capitaneria di Porto.
LA BENELLI LEONCINO TRAIL SI COMPORTA BENE SU STRADA. LE GOMME CON UN ACCENNO DI TASSELLO TENGONO BENE ANCHE SE SI OSA UN PO’ NELLE CURVE
Lavoro finito, via di corsa dalla banchina, Spritz d’asporto da gustare sul lungomare e chiacchiere sulla Benelli prima di ripartire verso casa. Piace! A noi come a tutti quelli che, vedendola lì parcheggiata, si fermano a guardarla. Lo stile non le manca, il piacere di guida e il divertimento neanche. Metteteci che con 5.990 euro vi portate la Benelli Leoncino Trail in garage, cosa volete di più?
Per il test abbiamo indossato:
Caschi LS2 Vector Evo, Airoh Movement – Giacche BeFAST Road
PAROLA DI ZAVORRINA
Si sa, essere l’accompagnatrice in moto è bello, ma anche complicato. Almeno finchè non si diventa ufficialemente “Zavorrina”, allora vuol dire che si è acquisita la giusta esperienza per rendere facile la vita di chi guida. Ma se il pilota sente la moto sul versante guida, noi la sentiamo da passeggero ed è per questo che voglio dire la mia su questo giro in sella alla Leoncino. Viaggiare su questa moto è stato davvero piacevole, la posizione in sella è comoda e non affatica. Molto comode le maniglie laterali, utili soprattutto nell’on-off cittadino per evitare di cozzare col casco contro quello del pilota.
Unico piccolo appunto che posso farle riguarda la sella, non morbidissima (ma era nuova, magari col tempo si ammorbidisce) e dopo un centinaio di chilometri si fa sentire. Inoltre, se siete abituate a scendere senza “arrampicarvi” sulla pedalina, consiglio di chiuderla prima di saltare giù in quanto essendo un pò grandi rischiate di infilzarvi il polpaccio. Leoncino promosso, se il vostro lui è tentato dall’acquisto potete convincerlo che la scelta è quella giusta.
• di Manuela Caviglia